La storia delle draghe di Riccione: dalla "Betta" alla "Riccione II"

“In porto c’è la draga”. Quante volte, nel corso dei decenni, abbiamo sentito dire questa frase da marinai, pescatori, bagnini ed altri operatori della zona del porto? Nell’immaginario comune la draga è una ma, nella realtà, sono state quattro le imbarcazioni che si sono succedute nei lavori di manutenzione e pulizia del porto della Perla Verde, sempre in accordo con la Capitaneria di Porto, oggi guidata dal Comandante Saverio Trani.

La prima draga appare negli anni ’50. Di proprietà del Comune, non ha un vero e proprio nome e a comandarla è Gino Arcangeli. E’ un’imbarcazione con tecnologie che oggi definiremmo “rudimentali”. Per tirare a bordo sabbia e fango, aveva un sistema “a secchie”. Queste, collegate l’una all’altra da doppi cavi metallici, pulivano il fondale in maniera efficace per quanto “artigianale”.

Mandata in pensione questa prima barca, arriva in porto la “Betta”, il cui comandante è Italo Felici. Felici, non si limitò a guidarla nel lavoro: fu lui a costruire l’escavatore che puliva i fondali. Con lui (siamo nei primi anni ’70), salgono a bordo con l’incarico di marinai prima Amedeo Garattoni e, dal ’76, Raul Poletto. Nel 1979, è la volta di Renato Modanesi, l’attuale comandante della “Riccione II”.

La “marineria” di riferimento si allargava perché proprio nella seconda metà deglianni ‘70 entra in funzione un’altra draga, il “Maestrale”, della quale Poletto diviene il primo comandante.

Nel 1980 la “Betta” viene demolita. La sostituisce la “Riccione II” che ancora oggi opera. Garattoni ne assume il comando con Modanesi marinaio. Le due squadre, quella del “Maestrale e quella del “Riccione II” lavorano coordinate da Italo Felici, l’uomo che per anzianità di servizio e, soprattutto, esperienza, ne sa più di tutti.

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